OCRIM E IL LEGAME CON IL TERRITORIO: TRA ANTICHI ARCHITETTI E MODERNI INGEGNERI

Condividi questo articolo

Fin dagli anni della fondazione Ocrim ha sviluppato un profondo legame col territorio della città Cremona: dal 1945 ad oggi l’azienda è cresciuta ed evoluta insieme alla città, contribuendo al suo sviluppo economico e divenendo parte integrante del tessuto urbano e cittadino. Lo testimoniano le mappe topografiche della città, in cui emerge come la sede storica di via Massarotti, una volta collocata in periferia, sia stata oggi inglobata all’interno del centro urbano e attorniata da condomini e palazzi residenziali sino a creare la struttura odierna. 

Negli corso degli anni, la storia dell’una si è intrecciata inesorabilmente con la storia dell’altra, creando un rapporto sinergico di sviluppo tra impresa e città. Per tutta la seconda metà del 900 Ocrim garantiva una sicurezza lavorativa a numerose famiglie del territorio: da piccola azienda di 45 dipendenti dei primi anni postguerra, l’azienda crebbe fino ad offrire un posto di lavoro ad oltre 700 persone negli anni ‘70. Proprio a tutela del numero crescente di dipendenti, negli stessi anni Ocrim iniziò a consolidare delle relazioni con le istituzioni locali e con il territorio, attraverso iniziative di carattere sociale e ricreativo.

La città a sua volta è sempre stata d’ispirazione per l’impresa molitoria: per esempio il paesaggio rurale del fiume Po fungeva da sfondo dei magazines aziendali, le ville sono diventate luogo di aggregazione per eventi, i palazzi storici residenze di charme per accogliere clienti provenienti da ogni dove, l’immagine del violino è diventata il simbolo della perfezione della forma e della passione per la propria arte… ed infine, la piazza del Comune, in cui spicca il Duomo romanico, emblema della città di Cremona nel mondo, diventa negli anni 2000 cornice storica delle pubblicazioni delle macchine Ocrim. 

È proprio questa pittoresca piazza, con la sua torre campanaria medievale più alta d’Europa in muratura, a fornire un’altra analogia di carattere progettuale con il mondo della macinazione targato Ocrim. Il basamento del Torrazzo, infatti, è composto da una struttura interna e una parte esterna a forma quadrangolare. All’interno, a collegare e rendere solidale le due parti, è inserita una rampa di scale di oltre 500 gradini che alleggerisce una struttura altrimenti piena in laterizio. Con questo escamotage già nel Medioevo, tra il XIII e l’inizio del XIV secolo gli architetti della torre hanno potuto progettare una struttura molto resistente, ma al tempo stesso relativamente leggera, in grado di raggiungere il record di oltre 110 m di altezza. Un vero e proprio capolavoro di ingegneria architettonica, soprattutto considerato che a distanza di quasi un millennio nè venti nè terremoti ne hanno mai pregiudicato la stabilità.    

E’ stata proprio l’opera degli antichi architetti ad ispirare i progetti dei moderni ingegneri: lo stesso concetto strutturale è stato di stimolo ai progettisti Ocrim  per la progettazione di una macchina, la rigatrice GFI, dedicata alla rigatura dei rulli per la macinazione.  Il basamento della macchina, infatti, è composto da un tubo quadrato interno e da una struttura in lamiera esterna a forma quadrangolare, collegate da nervature interne sullo stesso disegno della pianta del Torrazzo. Il risultato è una struttura molto rigida, ma estremamente leggera, proprio come per la torre cremonese. 

Il risultato è solo uno degli esempi virtuosi di connessione col territorio: incarna la capacità di un’organizzazione di cogliere l’unicità, la bellezza e ciò che il patrimonio culturale del proprio contesto può trasmettere con l’obiettivo di creare sempre nuovo valore per il territorio. 

In foto: un collage in cui si evidenzia l’analogia tra la pianta del torrazzo (disegno di Antonio Campi) e il basamento della rigatrice GFI di Ocrim.