PLANSICHTER: L’EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA OCRIM

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Dopo il laminatoio, dove il chicco del frumento viene macinato, il buratto, comunemente conosciuto con il suo termine tedesco “plansichter”, è la seconda macchina in ordine d’importanza del molino. Provvede a setacciare, separando e classificando la farina, già finita, dai prodotti intermedi che necessitano di ulteriori lavorazioni. Scorrendo le varie fasi evolutive del plansichter possiamo affermare che rappresenta una delle principali innovazioni nella storia della macinazione del grano, perché consente di realizzare impianti di macinazione sempre più performanti sia a livello tecnologico che di layout. Ed è proprio grazie alla moderna tecnologia di questa macchina che oggi possiamo produrre farine e semole adatte a soddisfare le richieste del mercato odierno.

Origini Lontane

Plansichter Haggenmacher – anno 1887

Nella preistoria, e per lungo tempo, il grano venne consumato integralmente, poi con l’evolversi delle abitudini alimentari ha fatto sì che l’uomo iniziasse a rompere il chicco grossolanamente. Da questi rudimentali tentativi di macinazione si passò, in epoca egizia, a sperimentare le prime prove di vagliatura (setacciatura) manuale con stacci ricavati da papiri. Un’altra testimonianza risale al 2000 a.C., dove alcuni popoli separavano la crusca dalla farina prima di panificarla. In seguito i Romani sostituirono i papiri con pelli forate e iniziarono a utilizzare buratti esagonali rotanti e leggermente inclinati. Possiamo dunque affermare che lo staccio a mano dal moto oscillante è stato il primo vero antenato del plansichter. Nel 1300 venne applicato allo staccio un primitivo dispositivo a scosse che, grazie a una manovella, ridusse notevolmente la fatica dell’addetto alla stacciatura. Il processo evolutivo continuò, pur se lentamente, fino ad arrivare a una svolta, nel 1887 quando l’ungherese Karl Haggenmacher brevettò il primo plansichter concependo il suo buratto multiplo oscillante sul principio dello staccio a mano. Ci vollero però una decina d’anni prima che la macchina iniziasse a diffondersi e molto tempo ancora con tante trasformazioni per giungere al moderno buratto piano.  

I Plansichter Ocrim, Dagli Anni ’50 Ad Oggi

In un arco di tempo lungo oltre 70 anni il comparto R&S OCRIM ha progettato innumerevoli modelli di plansichter per offrire macchine che fossero in grado di rispondere alle richieste sempre più specifiche e incalzanti del mercato. Molti sono gli aspetti che sono stati via via migliorati trovando soluzioni per ridurre l’ingombro, per ottimizzare la forza motrice, per aumentare la sicurezza alimentare adottando materiali all’avanguardia e garantendo, al tempo stesso, il più alto rendimento della macchina. Di seguito i modelli che hanno segnato le principali fasi dell’evoluzione tecnologica dei plansichter Ocrim.

Anni ‘50

Plansichter anni ’50

I nonni degli attuali plansichter erano sostanzialmente tre: il buratto piano ad oscillazione libera normale, gigante e quello riservato ai molini Superior. A differenza della macchina ideata da Karl Haggenmacher realizzata con un unico cassone, stretto e lungo, erano composti da due compartimenti, ciascuno dei quali formato da un gruppo di stacci in legno, indipendenti tenuti uniti da tiranti.  La macchina era sospesa a soffitto a mezzo di canne d’India e collegata al sistema di aspirazione centrale del molino per evitare l’occlusione delle luci delle sete degli stacci e per raffreddare i prodotti. Il cereale frantumato, immesso nei cassoni, cadeva su un piatto di distribuzione e setacciato attraverso differenti tele per essere suddiviso per qualità e specie secondo l’impostazione del diagramma.Il modello BS era riservato ai molini Superior ed aveva in aggiunta un particolare canale raccoglitore-smistatore che permetteva di convogliare, ad una sola uscita, rifiuti o prodotti di medesima qualità e calibratura, provenienti da differenti canali.

Un successivo step evolutivo fu raggiunto non tanto più tardi con i plansichter ad alto rendimento BARN (di tipo medio) e BARG (di tipo gigante) che offrivano il vantaggio di semplificare il diagramma di macinazione consentendo di realizzare molini razionali, dal funzionamento sicuro e perfetto, con l’impiego di una superficie stacciante ridotta del 50% rispetto a quella imposta dai plansichter tradizionali. Tra le numerose migliorie tecniche ed estetiche apportate è degna di nota l’eliminazione delle palette di avanzamento degli stacci, soluzione che consentì di regolare meglio la separazione dei prodotti e di ottenere un rendimento pari a quello dei plansichter di doppia superficie.

Anni ‘60

Buratto piano ad alto rendimento, a tiretti, modello BK Ocrim

La Fiera di Milano del 1961 fu l’occasione per lanciare quattro nuove macchine – “Ocrim 61” – tra cui il Plansichter metallico BK (buratto piano ad alto rendimento a tiretti), così definito in quanto gli stacci erano inseriti all’interno di un corpo metallico. Riscosse grande successo per la novità degli stacci intercambiabili disposti a tiretti su guide metalliche con dimensioni unificate, del sistema a tenuta stagna brevettato e per le proporzioni quadrate che occupavano meno spazio. In occasione, invece, dell’edizione del 1964, OCRIM presentò Il modello BQ, macchina metallica rivestita esternamente in acciaio inossidabile e offriva il vantaggio di impiegare solo tre macchine per le necessità staccanti di un molino da 100 t. 

Plansichter quadrato gigante – BQG Ocrim

Anni ’80

Con la nuova serie BQG la macchina viene suddivisa in tre elementi per favorirne il trasporto e il montaggio: un corpo centrale e due cabine-canali laterali. Il modello BQG-A, buratto quadrato gigante, era dotato di stacci standard con sezione unificata di 650×650 mm. Il modello, invece, quadrato super gigante SFL era dotato di stacci standardizzati con sezione unificata di 750×750 mm, con una superficie stacciante netta pari a 0,402 m2, superiore del 33% rispetto al mod. BQG-A. Questa gamma fu la capostipite degli attuali modelli SFI che rappresentano l’innovazione tecnologica più avanzata.

Oggi

Plansichter SFI-M
Plansichter SFI-S

L’evoluzione tecnologica e dei materiali ha consentito nel corso degli anni di ottenere plansichter sempre più precisi nel classificare i diversi prodotti, oltre che efficienti e affidabili anche dal punto di vista della pulizia. Nei modelli attuali, SFI/S, SFI/L e SFI/M tutti i materiali a contatto con il prodotto sono certificati come idonei all’uso alimentare e testati per garantire il massimo risultato.  La cura dei particolari che compongono un canale, tengono in considerazione tutti gli aspetti relativi alla costruzione, produzione e manutenzione. Per esempio, i pannelli delle cabine, garantiscono l’isolamento necessario ad evitare la formazione di condensa anche nei passaggi in cui le condizioni di temperatura e umidità risultano critiche. È disponibile, in opzione, sia la fornitura di stacci nella versione “antimicrobica” che del sistema pressastacci totalmente automatico per garantire velocità e semplicità di utilizzo. 

Tutte queste caratteristiche consentono di raggiungere standard di sicurezza alimentare un tempo inimmaginabili.