L’EVOLUZIONE DELLE SEMOLATRICI NELLA STORIA DI OCRIM

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Acqua e semola di grano duro, ecco gli unici ingredienti del più tipico prodotto italiano: la pasta. Nel tempo questo piatto simbolo delle nostre tavole si è diffuso in tutto il mondo, dove è ampiamente apprezzato, e l’aumento della richiesta ha incrementato la coltivazione del grano duro che, inizialmente, era circoscritta al Mediterraneo meridionale ed orientale. Esiste però un altro prodotto che si sta diffondendo sempre di più anche sulle tavole europee: il couscous, stessi ingredienti della pasta ma derivante da una diversa tradizione culinaria.

Tale sviluppo ha creato l’esigenza di produrre semola di alta e costante qualità, priva di crusca. È a questo scopo che nasce la semolatrice, terza macchina del molino per importanza – dopo il laminatoio e il plansichter – con il compito di perfezionare il lavoro di selezione delle semole e dei semolini migliori, provvedendo a separarli e classificarli in base al peso specifico e alla densità.

I primi prototipi risalgono al 1830, furono attrezzati con un ventilatore per separare le frazioni più leggere come la crusca. Successivamente vennero progettate con correnti d’aria in aspirazione e il funzionamento della semolatrice fu via via perfezionato fino ad arrivare ai giorni nostri.

Reparto montaggio Ocrim

A partire dagli anni ’50 la tecnologia delle semolatrici Ocrim ha avuto una progressiva evoluzione sia dal punto di vista progettuale, sia estetico. Ma andiamo per ordine e scopriamo le tappe fondamentali dell’evoluzione della semolatrice Ocrim.  

1950

I primi modelli di pulitrici, realizzati con una robusta intelaiatura in faggio rosa evaporato con camera d’aspirazione in pitchpin erano costituiti da due o da quattro ordini di 4 stacci intercambiabili e indipendenti, muniti di spazzole per la pulitura automatica delle guarnizioni. Al di sotto degli stacci c’erano due o quattro raccoglitori-trasportatori a scosse, doppi, muniti di sportelli per la divisione dei prodotti, comandati da un albero a doppi eccentrici montati su cuscinetti a sfera. Un’asta in acciaio regolava la loro inclinazione e speciali valvole a vite permettevano di tarare, su ciascuno degli stacci, il quantitativo d’aria di aspirazione. Le semolatrici doppie erano normalmente impiegate nei molini a grano tenero, mentre le quadruple erano installate in quelli a grano duro per ottenere migliore pulitura e calibratura delle semole. Per i fabbricati di scarsa capienza era consigliata l’installazione di semolatrici quadruple anche per grano tenero, perché permettevano di raddoppiare la produzione oraria.

Successivamente fu introdotta la serie di pulitrici multiple e quadruple con raccoglitori regolabili e superfici esterne lisce, verniciate a smalto. Furono dotate di ampie finestre a chiusura stagna per facilitare l’accesso e l’ispezione delle parti interne. Ad affiancare questi modelli, la pulitrice metallica da semola, costituita essenzialmente da un basamento e una camera di aspirazione, uniti mediante dadi autobloccanti, guarniti di nylon, resistenti alle vibrazioni. La macchina era dotata di doppia serie di stacci disposti su due piani, guarniti con seta grize-gaze..

1961

Stand Ocrim Fiera di Milano 1961 – Sono visibili in sequenza la semolatrice multipla SK, il laminatoio monoblocco LK, il separatore da grano per silos, il pulitore doppio

In occasione della fiera di Milano Ocrim presentò quattro nuove macchine, tra cui la semolatrice a triplice staccio SK progettata con due serie parallele di stacci sistemati su tre piani sovrapposti per un totale di 24 stacci. L’alimentazione era assicurata da una tramoggia a bilanciere e da una serie di salti multipli e l’inclinazione del telaio porta stacci poteva essere regolata micrometricamente anche con la macchina in moto. Il raccoglitore convogliatore dei prodotti era dotato di 24 valvole deviatrici, mentre i sei rifiuti della corrispondente serie di stacci venivano raccolti in due apposite cassette di scarico dotate di smistatori che consentivano di riunire il primo rifiuto con il secondo e il secondo con il terzo.

1985

Nel molino emergono nuove esigenze legate alla sicurezza igienica e Ocrim risponde prontamente con tutta la competenza scientifica del proprio reparto R&S progettando la semolatrice SD. Si distingue per il design compatto, l’adozione di nuovi materiali e soluzioni meccaniche all’avanguardia. Ha due camere di aspirazione indipendenti e libere da ostacoli divise in setti di normalizzazione aria con valvole di regolazioni individuali. Gli stacci sono in alluminio e la distribuzione dei prodotti selezionati è ottenuta mediante l’impiego di valvole basculanti facilmente regolabili, poste nei collettori-trasportatori sottostanti il corpo porta-stacci. Per ottenere una distribuzione uniforme del prodotto sugli stacci, l’alimentazione è dotata di canale vibrante con valvola a ghigliottina autoregolabile.  La semolatrice “SD” viene costruita a 2 e a 3 file di stacci sovrapposti.

1988

Semolatrice doppia SD 500

Semolatrice doppia SD 500. Con questo modello Ocrim migliora ulteriormente le prestazioni igieniche ottenendo un eccezionale effetto di pulizia delle semole, grazie al sistema di aspirazione brevettato che garantisce la perfetta distribuzione dell’aria sui telai e la totale assenza di depositi nella camera di aspirazione. Si tratta di una macchina doppia a tre ordini di stacci 500×500 mm e due camere di aspirazione indipendenti. La macchina è larga solamente 1.180 mm ed il suo trabatto è montato su quattro molle cilindriche ad oscillazione libera; il movimento alternato lineare è generato da due motovibratori e l’aspirazione è regolata da 32 valvole con profilo alare brevettato.

1997

Semolatrice doppia SDA 500. Aumenta la richiesta di farina d’alta qualità e Ocrim mette a punto diversi brevetti per la nuova serie SD che offre importanti vantaggi. I settori di divisione sono progettati con un nuovo disegno in modo che possano variare in funzione dell’altezza del prodotto sullo staccio e offrire una perfetta stratificazione. Per risolvere la criticità di questa funzione viene inclinata anche l’entrata del prodotto prima che arrivi allo staccio. Una nuova forma, aerodinamica, del profilo delle valvole di regolazione dell’aria, permette di ottenere un’ottimizzazione fluidodinamica. Nei casi di spazi ridotti, comuni a diversi fabbricati,  diventa strategica la macchina sovrapponibile, soluzione quadrupla, che mantiene indipendenti le aspirazioni. Infine, si ottiene un elevato grado di stabilità con un rivoluzionario sistema di motorizzazione mediante masse rotanti e cinghiolo dentato di trasmissione. Il gruppo, mosso da un normale motore, garantisce assoluto sincronismo tra le masse eccentriche sia in fase transitoria di partenza/fermata che a regime di lavoro.

Semolatrice modello SDB e SDX

Il modello SDB comprende tutte le funzioni innovative della SDA 500 e si specializza ulteriormente nella purificazione delle semole.  È una macchina doppia con tre ordini di stacci di 500×500 mm e due camere di aspirazione indipendenti, inclinate per garantire una perfetta pulizia. L’aspirazione è regolata da 32 valvole con profilo alare brevettato per il controllo e la regolazione indipendente dell’aria su tutta la larghezza di ogni quarto di staccio. Le versioni più recenti, che completano la serie SD, sono i modelli SDX e SDI, l’uno realizzato in acciaio inossidabile l’altro in acciaio verniciato. La caratteristica principale che differenzia questi modelli dal precedente SDB riguarda il tipo di cappa, da fissa a mobile in modo che i settori di aspirazione mantengano la posizione relativa sugli stacci.

Per un approfondimento sulle macchine Ocrim leggi gli articoli già pubblicati inerenti al laminatoio e al plansichter